A cura di Simona Vingiani e Carlo Perreca
La sostanza organica del suolo costituisce la più alta riserva terrestre di carbonio e pertanto gioca un ruolo fondamentale nelle strategie di mitigazione delle emissioni di gas ad effetto serra (CO2 in particolare). La sostanza organica svolge numerose funzioni nel migliorare le proprietà fisiche e chimiche del suolo, dal favorire la formazione della struttura e la stabilità degli aggregati, all’essere fonte di elementi nutritivi per le piante. Il contenuto di sostanza organica dei suoli varia con il tipo di suolo, ma anche con il variare dell’uso del suolo e delle pratiche colturali.
Figura 1. Localizzazione delle aziende in cui sono stati campionati i suoli nella Piana del Sele.
Il carbonio organico è una componente misurabile della sostanza organica e la rete della Global Soil Partnership (GSP) della FAO ha realizzato una prima versione di carta dello stock di carbonio (SCS) nei suoli italiani, con lo scopo di rafforzare la connessione tra gli enti possessori, gestori e manutentori dei dati pedologici. Questa carta fornisce un primo quadro di riferimento nazionale coerente e armonizzato che consentirà in futuro di realizzare una versione aggiornata e controllata. L’importanza della sostanza organica viene riconosciuta ed inserita anche negli strumenti di programmazione per le politiche agricole regionali (Piani di Sviluppo Rurale), con misure che favoriscono pratiche agronomiche di conservazione della risorsa. Infatti, la diminuzione di sostanza organica è una delle principali “minacce” per il suolo, identificate dalla proposta di Direttiva del Parlamento e del Consiglio Europeo (COM 232/2006), in quanto è connessa con il peggioramento delle proprietà chimico-fisiche del suolo e con i processi di desertificazione, destando particolari preoccupazioni soprattutto nelle aree mediterranee.
Pertanto, l’obiettivo delle attività svolte nell’ambito del Progetto Fertisele è stato quello di stimare la dotazione di sostanza organica dei suoli nella Piana del Sele, ai fini della valutazione dei territori potenzialmente interessati all’impiego di vermicompost. I dati che sono stati analizzati fanno riferimento a due periodi temporali diversi: 1) anni 2000-2004 (dati del Progetto Carta dei Suoli della Campania 1: 50.000, pubblicate dalla Regione Campania Assessorato all’Agricoltura SeSIRCA), 2) 2016-2021 dati forniti dalla Regione Campania (UOD STP di Salerno) e dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno (Progetti “QrCode Campania” e “Campania Trasparente”). I dati delle due fonti sono stati elaborati separatamente. Per i dati relativi al periodo più recente, le aziende sono state identificate sulla base della superficie agricola utilizzata (piccole: SAU < 10 ha; medie: SAU 10 < ha < 20; grandi: SAU > 20 ha) (Figura 1) e i dati dei due diversi periodi di tempo sono stati confrontati per identificare le aree della Piana del Sele che nel tempo hanno subito maggiori perdite di sostanza organica.Per elaborare una stima della dotazione in sostanza organica (SO) dei suoli (scarsa, normale, buona o molto buona) è stato utilizzato lo schema di riferimento riportato dalla Regione Campania, nella Guida alle Analisi del terreno (http://www.agricoltura.regione.campania.it/disciplinari/DRD_51-17-03-23-ALLEGATO-A.pdf) che relaziona il carbonio organico o la sostanza organica alla tessitura del suolo, ossia alla percentuale di sabbia, limo e argilla dei suoli.
Tabella 1. Percentuale di aziende piccole, medie e grandi con dotazione di sostanza organica da scarsa a molto buona.
In sintesi, dalle analisi effettuate (Tabella 1) risulta che circa il 50% delle aziende di piccole dimensioni presenta una buona dotazione di sostanza organica, ma circa l’8% ha una scarsa dotazione e il 33% una dotazione normale. Per quanto riguarda le medie e grandi aziende, invece, circa il 26% ha una scarsa dotazione, mentre rispettivamente il 31 ed il 28% delle aziende ha una dotazione normale. Pertanto, è stato possibile stimare un fabbisogno di vermicompost soprattutto nelle medie e nelle grandi aziende.
Infine, da uno sguardo d’insieme alle dotazioni di sostanza organica dei suoli nel tempo, si evince che negli ultimi dieci anni le aree in sinistra orografica del fiume Sele hanno generalmente conservato una dotazione normale/buona di sostanza organica, mentre quelle in destra orografica, soprattutto lungo la costa, hanno subito un depauperamento generalizzato della sostanza organica, che attualmente risulta da buona a scarsa, rispetto ad inizio anni 2000.
Progetto FERTISELE” Gestione sostenibile della fertilità dei suoli della Piana del Se/e per la produzione destinata alla IV gamma in coltura protetta mediante ammendanti organici di qualità provenienti dal comparto zootecnico locale”, CUP: B78H19005100009, nell’ambito della Misura 16, Tipologia di intervento 16.1.1- AZIONE 2 – PSR CAMPANIA 2014-2020 – “Sostegno per costituzione e funzionamento dei GO del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura”